La Procreazione medicalmente assistita (PMA), comunemente detta "fecondazione assistita", è l’insieme delle tecniche utilizzate per aiutare il concepimento in tutte le coppie, nei casi in cui il concepimento spontaneo è impossibile o estremamente remoto e nei casi in cui altri interventi farmacologici e/o chirurgici siano inadeguati.

La PMA si avvale di diversi tipi di tecniche che comportano la manipolazione di ovociti, spermatozoi o embrioni nell'ambito di un trattamento finalizzato a realizzare una gravidanza. Queste metodiche sono rappresentate da diverse opzioni terapeutiche suddivise in tecniche di I, II e III livello in base alla complessità e al grado di invasività tecnica che le caratterizza:

 

• Tecnica di I livello (inseminazione in vivo o IUI) : poco invasiva e caratterizzata dal fatto che la fecondazione si realizza all’interno dell’apparato genitale femminile

• tecniche di II e III livello sono invece più complesse e invasive e prevedono che la fecondazione avvenga in vitro.

 

Le linee guida della legge 40/2004, che regola la PMA in Italia, prevedono l’utilizzo in prima istanza delle opzioni terapeutiche più semplici e meno invasive.

Oltre a diverse condizioni patologiche che possono condizionare negativamente la capacità riproduttiva sia dell’uomo sia della donna, l’età della donna rappresenta il fattore che più influenza l’esito del trattamento di fecondazione assistita.

Evidenze scientifiche indicano che la fertilità nella donna subisce un primo calo significativo, anche se graduale, già intorno ai 32 anni e un secondo più rapido declino dopo i 37 anni, fino ad essere prossima allo zero negli anni che precedono la menopausa, che in genere si verifica intorno ai 50 anni. (fonte: salute.gov.it/ministero della Salute).

La fertilità nei Paesi industrializzati è in costante declino negli ultimi 40 anni. Secondo le ultime stime fornite dalla OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) il 15% delle coppie è affetta da infertilità. Conseguentemente a ciò il tasso di fecondità di sostituzione (TFL) nei paesi del Nord Europa, ad esempio, è ben al di sotto del valore 2:1, al quale corrisponde la cosiddetta “crescita zero”.  In Italia il tasso di sostituzione si attesta intorno al 1,4:1 (solo nel 1972 era pari a 2,4:1).  Conseguenze della bassa natalità sono l’aumento percentuale dei cittadini di età superiore a 65 anni (nel 2005 rappresentavano il 20% della popolazione italiana, nel 2050 si stima saliranno al 39%) e il progressivo spopolamento, del Paese in minima parte compensato dai flussi migratori. L’introduzione e l’implementazione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) ha prodotto un leggero innalzamento del TFL, che nel 1996, prima cioè della diffusione dei centri di PMA in tutto il territorio nazionale, era pari a 1.2:1. Anche il sistematico impiego delle tecniche di PMA non sarebbe sufficiente a colmare il gap tra il tasso di fertilità attuale e quello necessario, per questo motivo l’attenzione dei Medici per la Riproduzione, è attualmente focalizzata sia alla preservazione della fertilità, che alla prevenzione della infertilità.    Dati estrapolati dal 13° Report Nazionale ISS: “ATTIVITÀ DEL REGISTRO NAZIONALE ITALIANO DELLA PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA”- 2017

IUI Inseminazione intrauterina 

 

L'inseminazione intrauterina (IUI) è la tecnica di Fecondazione Assistita meno invasiva (ascritta al I livello di Procreazione Medicalmente Assistita) 

La finalità di tale tecnica è quella di concentrare gli spermatozoi, accuratamente selezionati in laboratorio, in fondo alla cavità uterina, ovvero nella prossimità delle tube, sito anatomico dove avviene in vivo la fecondazione. Pertanto è una tecnica di Fecondazione Intracorporea.

 

Questa tecnica può essere indicata in casi di: 

• fattore psicologico 

• disfunzione erettile 

• eiaculazione retrograda 

• vaginismo 

• impotenza 

• causa immunologica 

• lieve e moderato fattore di infertilità maschile 

• infertilità idiopatica 

• endometriosi lieve e moderata 

 

Per effettuare IUI è necessario aver precedentemente svolto indagini sulla pervietà tubarica

 

Stimolazione ovarica moderata ( Mild Stimulation) 

 

Il trattamento di IUI richiede l’utilizzazione di farmaci mirati ad ottenere una crescita mono/paucifollicolare.

Ciò al fine di prevenire quanto più possibile il ricorrere di gravidanze gemellari.

A seconda del protocollo di stimolazione utilizzato la durata dell’intero ciclo di stimolazione ovarica varia da 10 a 12 giorni. I diversi protocolli vengono scelti in base alle caratteristiche della riserva ovarica, dell'età e della storia clinica della paziente. 

La crescita follicolare conseguita verrà controllata mediante ecografie e prelievi di sangue per i dosaggi ormonali. Questi controlli consentono di modulare il dosaggio farmacologico in base alla risposta ottenuta.

  

Conseguiti 1 o 2 follicoli con un diametro superiore a 17-18mm si indurrà l’ovulazione attraverso la somministrazione di HCG (gonadotropina corionica umana) 24/36 ore prima della Inseminazione.

 

All’atto della IUI la partner riceverà il trasferimento in utero per via trans-vaginale degli spermatozoi, preparati appositamente in laboratorio, tramite un sottile catetere monouso, morbido e atraumatico.

Successivamente alla medesima possono intercorrere i regolari rapporti sessuali.

 

I risultati che si possono ottenere in termini di gravidanza variano tra il 5% e il 25% (su 3 cicli di trattamento) e dipendono da: 

 

- età della donna;

- numero di follicoli reclutati dalla stessa durante la stimolazione ovarica, in funzione degli ormoni prodotti;

- causa e durata della infertilità;

- qualità e concentrazione degli spermatozoi dopo la Capacitazione condotta in Laboratorio.